LA NASCITA DELLA MACCHINA DA SCRIVERE

Memoria del cembalo scrivano scritto da Giuseppe Ravizza, custodito nel museo di Novara

Nel 1837 Giuseppe Ravizza cominciò a costruire il Cembalo Scrivano ossia "macchina da scrivere a tasti"
e solo nel 1855 ottenne il brevetto per la sua macchina. Nel 1856 il Cembalo scrivano venne presentato
alla Commissione per l'Esposizione Industriale di Novara ma non suscitò alcun interesse nei visitatori,
anzi passò piuttosto inosservata. Ravizza costruì ben 16 modelli, finché nel 1881 riuscì a realizzare il
Cembalo a scrittura visibile. Finalmente ora si poteva leggere man mano che si scriveva.
Nessuno dei modelli realizzati di Ravizza venne però prodotto industrialmente, perché a quel tempo nessuno
riuscì a capire l'importanza dell'invenzione e, tantomeno, prevederne il futuro sviluppo.
Uno degli ultimi modelli è attualmente esposto al museo della scienza e della tecnologia di Milano.

LA PRIMA MACCHINA DA SCRIVERE ITALIANA

La prima lettera scritta con la M1 da Camillo Olivetti, custodita nel museo della Olivetti a Ivrea (TO)

La Olivetti M1 è stata la prima macchina per scrivere prodotta industrialmente in Italia su progetto di Camillo Olivetti.
La nascita della macchina per scrivere Olivetti M1 si deve ai due viaggi che Camillo Olivetti fece in America.
Il primo viaggio, nel 1892 gli permise di rimanere per due anni assistente nel reparto di ingegneria elettrica
dell'università di Stanford e ciò gli permise di venire a conoscenza di tutta una serie di tecnologie in quegli anni
in rapido sviluppo comprese anche quelle relative alle macchine per scrivere e della tecnologia necessaria per produrle.
Nel 1904 con due suoi amici Gatta e Ferrero, Camillo Olivetti decise di aprire una fabbrica a Milano, fabbrica che riporterà ad Ivrea nel 1908.
In quell'anno Camillo Olivetti affronta un secondo viaggio in America al fine di comprendere meglio le tecnologie necessarie per la produzione delle macchine per scrivere.
Nel 1911, in occasione dell'Esposizione Universale di Torino, Camillo Olivetti presenta la prima macchina modello Olivetti M1.
Durante lo stesso anno, l'azienda vince la prima importante commessa di 100 macchine per il Ministero della marina e nel 1912
si assicura anche una grande commessa per il Ministero delle Poste.
La macchina per scrivere Olivetti M1 era realizzata in modo solido e stabile, ogni suo albero è registrabile in parecchi punti,
un lusso meccanico che non è stato più utilizzato nei successivi modelli.
Al fine di meglio comprendere la complessità ed onerosità della produzione di tale modello di macchina, basta citare che erano
necessarie ben 25 giornate di lavoro per produrne un solo esemplare.
In totale sono state prodotte circa 6000 macchine nel periodo che va da 1911 al 1920
(Su queste macchine, le prime due cifre del numero di serie indicano l'anno della fabbricazione).
Nel 1920 la macchina Olivetti M1 verrà rimpiazzata dal successore modello Olivetti M20.

LA NASCITA DELLA CALCOLATRICE

Nel 1642 il francese Blaise Pascal costruì la "Pascalina", una macchina che permise di addizionare e sottrarre, tenendo però conto del riporto.
Della Pascalina furono costruiti una cinquantina di esemplari per operazioni sia in base decimale che nell'unità monetaria dell'epoca.
In particolare, il primo esemplare fu costruito da Pascal per aiutare il padre, funzionario delle imposte, a gestire la propria contabilità.
Tecnicamente, facendo riferimento alla versione decimale, la Pascalina era composta da una serie di ruote dentate indicanti le unità,
le decine, le centinaia e così via, e ognuna era divisa in dieci settori, dallo 0 al 9, corrispondenti alle cifre del sistema decimale
Le ultime macchine costruite ispirandosi alla Pascalina furono delle addizionatrici tascabili (circa 30x6x1,5 cm) molto diffuse nella prima
metà del '900, come l'Addometer. Negli anni '60 IBM fece realizzare per i propri ingegneri un'addizionatrice di plastica simile a queste ultime,
ma che operava in base esadecimale.
Questa permetteva di eseguire in modo semplice ed economico i calcoli necessari nella progettazione e programmazione dei moderni computer.